La storia dei Collavini inizia a Rivignano nel Friuli Venezia Giulia, nel 1896 con Eugenio, il fondatore, che era il fornitore di vini delle famiglie nobili di Udine e delle botteghe.
La guida dell’ azienda passa poi al figlio Giovanni, che deve attraversare ben due guerre ma alla fine delle quali, grazie alla veloce accelerazione del commercio riesce ad affermarsi con la qualità dei sui vini.
Agli inizi degli anni 60, Giovanni lascia la direzione dell’azienda al figlio Manlio che sfrutta un periodo molto importante per l’enologia;  si studiano nuovi metodi di vinificazione che permettono di ottenere vini di una qualità fino ad allora sconosciuta; è proprio Manlio a cogliere quei primi segnali di forte cambiamento ed  è sempre lui uno tra i primissimi produttori a portare i vini friulani nel mondo. Nel 1966 trasferisce le cantine da Rivignano a Corno di Rosazzo, dove acquista il castello Zucco-Cuccanea (1560).
Manlio è uno dei primissimi a credere nel Pinot Grigio vinificato in bianco (era il 1969) e nel 1971 crea Il Grigio, spumante che fece tendenza e che è tutt’ora molto apprezzato.
Oggi la cantina Collavini è un’ azienda a conduzione familiare che vede, accanto a Manlio, la quarta generazione ovvero i suoi figli Giovanni, Luigi ed Eugenio.

La ribolla gialla di Collavini

A Manlio si deve anche la nascita della Ribolla Gialla spumantizzata; alla fine degli anni 70, Manlio decide di dedicare 4,5 ettari di terreno alla ribolla gialla (varietà autoctona ). Nasce cosi la  Ribolla Gialla brut ottenuta grazie al metodo di spumantizzazione Collavini; Eugenio ha infatti pensato di  unire il metodo Martinotti-Charmat (autoclave) alle tecniche del Metodo Classico. Il risultato è un vino fresco, delicato e ben strutturato che gli è valso l’appellativo di “Principe della Ribolla”